domenica 9 giugno 2013

DONDOLII, IPERBOLI E PINGUINI

Un pinguino, ti vorrei regalare, di quelli piccoli, di quelli che per guardarti girano la testa alternando l'occhio destro a quello sinistro al destro al sinistro, in un dondolio ritmato così tenero che, ti vorrei regalare un pinguino, a te. Destro, sinistro, non per negare ma per guardare, un pinguino ti vorrei regalare e per farti compagnia e come emblema di famiglia e come surrogato di me. Di famiglia, di me.

Ma guardalo com'è, un esserino elegante, livreato e tutto determinato, pur nella sua goffa andatura. Lo ameresti? Con una carezza pinnata ti sveglierebbe la mattina di buon'ora per convincerti a portarlo a spasso, impaziente batterebbe il piedino mentre fai colazione, poi si butterebbe a scivolo, giù per le scale, fino al pianerottolo, e dondolando al tuo fianco lungo il marciapiede si farebbe portare al parco a guardare la città mentre questa prende vita. E parco e città e vita.

Sei il mio cerchio, cioè l'insieme dei punti equidistanti da me. Geometria dei sentimenti, iperboli di cui siamo i fuochi ardenti. Fuochissimi ardentissimi da morire iperboli, cioè.

E adesso, ritmo!


1 commento:

  1. Non fare colazione porta strane robe che tipo ti viene da vomitare e mangiare insieme, ma diobono se è brutta la fame, che poi ci sono certi giorni che ti svegli e ti sembra tutto chiaro, cne una adorerebbe pure lo scuro ma invece no, è tutto dannatamente chiaro.

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